ACCOGLIERE LA VITA: NASCERE CON L'OSTETRICA

- dal parto in casa al parto in ospedale

- come ridurre il dolore del travaglio senza farmaci e quale miracoloso ruolo possono giocare tatto e massaggio

- cosa realmente accade durante il travaglio

martedì 17 luglio 2012



Per Sorano di Efeso, medico vissuto a Roma nel II sec. d.C. ed autore di un trattato di ginecologia, una brava ostetrica doveva avere "un’istruzione di base, un certo grado di intelligenza, memoria, amore per il lavoro, discrezione, una sensibilità viva, robustezza, dita lunghe e affusolate, unghie tagliate corte" e, soprattutto, non doveva perdere la calma e scoraggiarsi nei momenti critici.

Fino alla fine degli anni sessanta, il parto in casa era ancora la regola, in realtà non c'era scelta, la gravidanza raramente veniva seguita e non si distingueva tra parti fisiologici e distocici. Spesso al parto assisteva il medico di famiglia, la posizione supina era la normalità. Il parto in ospedale è apparso come una conquista e la nuova tecnologia del parto come salvezza. Negli anni settanta abbiamo conosciuto attraverso Frederik Leboyer anche le sofferenze e i diritti del neonato, attraverso Michel Odent, Ina May Gaskin e Sheila Kitzinger una nuova visione della nascita come evento sessuale e sacro (non più come punizione per la sessualità). La trasformazione della scena della nascita dal parto tecnologico attraverso il parto umanizzato fino al parto libero, sessuato e sessuale passa attraverso il processo di emancipazione intimo, profondo della donna, nel quale la polarità femminile viene rivalutata, riconosciuta e condivisa.

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